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RACCONTI

Nella sezione "Racconti", raccogliamo i passaggi dei libri più belli che la letteratura italiana e internazionale ci hanno regalato. Ci hanno fatto sognare, ci hanno fatto piangere, ci hanno fatto sospirare.
Condividiamo con voi i paragrafi che abbiamo sottolineato nei libri o che abbiamo mancato con un'orecchietta al bordo della pagina. Gli autori che hanno fatto la storia della letteratura animano le nostre pagine e vi fanno compagnia.

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Con lui avevo conosciuto quella felicità che non si deve ricercare, programmare, gestire; con lui era stato tutto regalo di un’empatia immediata benedetta/maledetta, di quelle affinità elettive che senti affiorare nei pensieri prima ancora che la cosa ti sembri appartenere, essere reale… di quelle emozioni che da ragazzina avevi provato guardando un film o dopo la lettura dell’ultimo romanzo d’amore. Perché lui era la felicità, senza di lui tutto era niente e niente assomigliava alla felicità.

Il mio cuore come una serpe si è spogliato della sua pelle e la tengo fra le mie dita piena di ferite e di miele. I pensieri annidati nelle tue rughe, dove sono? Dove le rose che profumavano di Gesucristo e di Satana? Povero involucro che opprimevi la mia stella fantastica! Grigia pergamena indolenzita di ciò che volli e ora non amo più. Vedo in te embrioni di scienze, mummie di versi e scheletri di antiche mie innocenze e di miei romantici segreti.

Nicola ride. Io sto zitta. Poi mi sembra che non me ne importi più niente, sul serio, che non me ne importi più niente. Dei dadi, dei sette e dei due e dei dodici. Vorrei ridere anche io ma ho perso il momento giusto, Nicola è di nuovo concentrato a guidare. Se solo si voltasse verso di me, gli chiederei scusa, oppure cercherei di rispondere alla sua domanda. Gli spiegherei quanti sono i numeri. Riderei da sola. Chissà cosa potrebbe succedere se lo facessi davvero.



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Non è il nostro compito quello di avvicinarci, così come non si avvicinano fra loro il sole e la luna, o il mare e la terra. Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra meta non è di trasformarci l'uno nell'altro, ma di conoscerci l'un l'altro e d'imparare a vivere e a rispettare nell'altro ciò ch'egli è: il nostro opposto e il nostro complemento.

Guardai quella gamba che ballava nervosa, sfogatoio di tutte le sue ansie, di tutte le sue frustrazioni di ragazzo. Allungai un braccio, misi una mano su quella gamba, la tenni con forza. Rimasi a sentire quel muscolo che lentamente si quietava sotto la mia mano come una groppa domata. Mossi le dita, uno strofinio simile a una carezza. Sospirai forte, fino in fondo. Per dirgli qualcosa, non so cosa.

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