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RACCONTI
Nella sezione "Racconti", raccogliamo i passaggi dei libri più belli che la letteratura italiana e internazionale ci hanno regalato. Ci hanno fatto sognare, ci hanno fatto piangere, ci hanno fatto sospirare.
Condividiamo con voi i paragrafi che abbiamo sottolineato nei libri o che abbiamo mancato con un'orecchietta al bordo della pagina. Gli autori che hanno fatto la storia della letteratura animano le nostre pagine e vi fanno compagnia.
Scorri i titoli pubblicati nel blog per leggerne i passi più salienti. Se, invece, stai cercando un autore o libro specifico, usa il box di ricerca che trovi in basso!
Scrivi il titolo del libro o il nome dell'autore e poi clicca sul pulsante della ricerca! Buona lettura!
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C'è un modo colpevole di abitare la città: accettare le condizioni della bestia feroce dandogli in pasto i nostri figli. C'è un modo colpevole di abitare la solitudine: credersi tranquillo perché la bestia feroce è resa inoffensiva da una spina nella zampa. L'eroe della storia è colui che nella città punta la lancia nella gola del drago, e nella solitudine tiene con sé il leone nel pieno delle sue forze, accettandolo come custode e genio domestico, ma senza nascondersi la sua natura di belva.
Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi. Se questi elementi non ci sono, l'operazione non può riuscire. Roma 28 luglio 1981.
Quando c’è una bella notte stellata, il signor Palomar dice: «Devo andare a guardare le stelle». Dice proprio: «Devo», perché odia gli sprechi e pensa che non sia giusto sprecare tutta quella quantità di stelle che gli viene messa a disposizione.
Glenn Miller suonò la sua vecchia, dolce canzone e i ragazzi ballarono. Sull'erba, le loro ombre ballavano sotto di loro. Non furono perfetti, e avrebbero sbagliato i passi diverse volte prima di impararli (se mai lo avessero fatto) ma non erano male. Oh, al diavolo. Erano bellissimi. Per la prima volta da quand'ero salito su quel dosso della Route 7 e avevo visto Derry stagliarsi sulla riva sinistra del Kenduskeag, ero felice.
Il paradosso del nostro tempo nella storia e che abbiamo edifici sempre più alti, ma moralità più basse, autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti. Spendiamo di più, ma abbiamo meno, comperiamo di più, ma godiamo meno. Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole, più comodità, ma meno tempo. Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso, più conoscenza, ma meno giudizio, più esperti, e ancor più problemi, più medicine, ma meno benessere.