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Di tanto in tanto facevo sogni atroci: vedevo i miei genitori che camminavano per una strada del sud, non mi riconoscevano, io passavo oltre, contenta di essere cambiata tanto ma poi mi pentivo e tornavo sui miei passi, ma allora i miei genitori si erano trasformati in vermi che strisciavano a stento sul margine , uno dietro l'altro, vicino a un cartello su cui si leggeva REGGIO CALABRIA 33 CHILOMETRI, e sebbene io li chiamassi con i loro nomi , chiedessi che mi rispondessero, li avvertissi che procedendo così, strisciando, non sarebbero arrivati da nessuna parte, loro non voltavano neppure le teste da vermi per darmi un ultimo sguardo e proseguivano imperterriti per il loro cammino. Lungo la strada passava a tratti qualche auto ultimo modello, con i finestrini abbassati e all'interno giovani che gridavano «fascismo o barbarie». Nel sogno io piangevo, ma al risveglio avevo gli occhi asciutti e se saltavo giù dal letto e mi guardavo subito in uno specchio, vedevo il mio viso indurito, con un'espressione che spaventava persino me.

 


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