Nicola ride. Io sto zitta. Poi mi sembra che non me ne importi più niente, sul serio, che non me ne importi più niente. Dei dadi, dei sette e dei due e dei dodici. Vorrei ridere anche io ma ho perso il momento giusto, Nicola è di nuovo concentrato a guidare. Se solo si voltasse verso di me, gli chiederei scusa, oppure cercherei di rispondere alla sua domanda. Gli spiegherei quanti sono i numeri. Riderei da sola. Chissà cosa potrebbe succedere se lo facessi davvero.
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